Platone (428-348 AC) in un dialogo con l’amico Carmide: “Non dovresti curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo. Così anche non dovresti curare il corpo senza curare l’anima.
Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici, perché sono ignoranti nei confronti del Tutto che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà star bene a meno che non stia bene il Tutto”.
“Il corpo è un modo di essere della mente ed il corpo non esiste se non nel sistema di coordinate rappresentazionali proprie di quell’universo che chiamiamo mente….. se agiamo sul corpo agiamo sulla mente e viceversa il trattamento si sofferma ora sulle esperienze corporee e le verbalizzazioni ad esse relate, ora sui piani immaginativi, sulle rappresentazioni e sui ricordi"
(L’intervento psicofisiologico integrato; Ruggieri, Fabrizio, Della Giovanpaola; ed Gli Incontri. 2004)
Mente e corpo sono tutt'uno e necessitano della consapevolezza dell'integrazione poichè l'immaginario di scissione marginalizza il corpo e lo costringe a urlare il suo disagio attraverso la patologia.
Il corpo è primo recettore delle emozioni; è lui che dà indicazioni al cervello perchè dia un nome ai nostri vissuti, dalle sensazioni fino alla costruzione del pensiero ma dalla nascita della filosofia ad oggi esso veniva diviso in 3 parti:
la testa, parte nobile, il luogo della ratio;
il petto, il centro del corpo, luogo meno nobile perchè vittima delle emozioni ma ancora importante perchè sede del cuore;
e le parti passe, legate al bisogno e agli istinti.
Nella scissione tra mente e corpo, nata ad opera dell'Empirismo che squalificava la funzione dei sensi in quanto soggettivisti, il corpo acquisisce il ruolo delle parti basse, svilito nel confronto con la mente capace di essere logica e quindi oggettiva.
L'integrazione mente-corpo è l'integrazione tra pensiero e azione, struttura e funzione. Non esisterebbe la musica senza il corpo poichè senza mani non potremmo suonare un pianoforte...e il corpo conosce se stesso attraverso l'ambiente.
Il primo luogo di ognuno di noi è l'utero materno e poi le sue braccia che accolgono le nostre emozioni nude e narrano attraverso la pelle se la mamma è serena o agitata, calda o assente. La mamma è il nostro primo ambiente. E poi continuiamo a crescere in un ambiente ora naturale ora antropizzato che attiva tensioni e le elasticità del nostro corpo e le rigidità o aperture del nostro pensiero. Per crescere e armonizare pensiero, emotività e relazioni, l'ambiente naturale si scopre essere la dimensione più istintiva per la ricerca di sè.
Camminare sentendo la relazione con la terra favorisce il percepire la forza che è in noi; se gli alberi intorno a noi sono giovani o invece saggi sentiamo la relazione con i nostri padri e le nostre regole interiori; come una trebina di Monte Arci ci mette in contatto con l'arousal sperimentata nell'integrazine narcisistica e come il mare al tramonto favorisce il ritagliarsi uno spazio interiore per ascoltare il nostro IO bambino.
L'ambiente naturale è il mezzo interno ed esterno della crescita: nell'ambiente c'è l'opportunità e la necessità della relazione ma ambiente naturale è la base sicura da cui parte ogni pensiero o atto; è il luogo dove nasce il pensiero, nello stare.